Marina Causa, fisioterapista con oltre trent’anni di esperienza, è tra le prime in Italia a essersi occupata di riabilitazione del pavimento pelvico. Da anni segue donne con problematiche delicate, come il Lichen Sclerosus, offrendo non solo un trattamento riabilitativo ma anche un supporto umano ed empatico.

Dottoressa Causa, che cos’è il pavimento pelvico e perché è così importante?

«Il pavimento pelvico è una struttura muscolo connettivale che si trova alla base del tronco, dal pube al coccige e alle tuberosità ischiatiche. Ha moltissime funzioni: regola la minzione e la defecazione, sostiene gli organi pelvici, gioca un ruolo nella gravidanza, nel parto, nella sessualità e persino nella biomeccanica del cammino. Spesso non se ne parla abbastanza, eppure il suo corretto funzionamento è essenziale per la qualità della vita».

 

Quando ha iniziato a occuparsi di questo tema?

«Circa vent’anni fa. All’epoca era una “terra di nessuno”: non se ne parlava quasi, e anche tra i professionisti c’era poca conoscenza. Oggi fortunatamente c’è più attenzione, ma serve ancora tanta divulgazione».

 

Quali problematiche possono derivare da un’alterazione del pavimento pelvico?

«Possono esserci conseguenze sugli organi sovrastanti – vescica, utero, retto – e viceversa. Se il muscolo è ipotonico non sostiene più, se è ipertonico diventa rigido e perde la capacità di contrarsi e rilassarsi, compromettendo funzioni fondamentali come urinare o avere rapporti sessuali. Spesso ci sono anche ripercussioni neurologiche, perché questa zona è strettamente collegata al sistema nervoso centrale e periferico».

Parliamo di Lichen Sclerosus: in che modo questa patologia coinvolge il pavimento pelvico?
«Il Lichen colpisce la parte più esterna, la vulva. Ma quella zona non è isolata: il dolore crea una contrazione difensiva della muscolatura pelvica, che diventa ipertonica. Questo irrigidimento impedisce un corretto rilassamento, ostacolando funzioni come urinare o vivere serenamente la sessualità. Inoltre, il cervello associa il dolore a una minaccia e rinforza il circolo vizioso della contrazione».

Come interviene la fisioterapia in questi casi?

«Il nostro compito è ridurre l’ipertono, insegnare di nuovo al corpo ad accogliere, a rilasciarsi. Lavoriamo manualmente e, quando necessario, con strumenti come la radiofrequenza INDIBA, che non scalda i tessuti ma favorisce la disinfiammazione e la rigenerazione. L’obiettivo è restituire funzioni fondamentali – come urinare senza dolore o avere rapporti sessuali – e ridare fiducia alla donna».

Spesso chi soffre di Lichen vive anche una forte paura legata alla malattia.

«Assolutamente. Molte donne hanno il timore che i tessuti si chiudano o che la patologia evolva in forme più gravi, persino cancerogene. È comprensibile, perché il Lichen tocca la sfera più intima e ha ripercussioni sulla vita di coppia, familiare e sociale. Per questo il trattamento non è solo fisico: è anche accoglienza, rassicurazione, sostegno psicologico. Io insegno ai miei allievi che le parole hanno un impatto fortissimo: possono curare o ferire».

Lei collabora con diversi medici. Quanto è importante la rete multidisciplinare?

«È fondamentale. Lavoro a stretto contatto con ginecologi e chirurghi: seguo le pazienti prima e dopo interventi rigenerativi con PRP (Plasma Ricco di Piastrine) o altre terapie innovative. Credo molto nella rete perché nessuno può occuparsi da solo di problematiche così complesse. Insieme riusciamo a offrire alle donne percorsi integrati che uniscono medicina, chirurgia e riabilitazione».

Il suo approccio è molto empatico. Quanto conta l’aspetto umano in un percorso riabilitativo?

«Conta tantissimo. Spesso incontro donne che per anni hanno sofferto in silenzio, senza diagnosi o cure adeguate. Quando finalmente arrivano da noi portano non solo un dolore fisico, ma anche un dolore dell’anima. Io mi emoziono con loro, mi immedesimo: ogni storia è unica e merita rispetto. La fisioterapia del pavimento pelvico, soprattutto nel Lichen Sclerosus, non è mai solo tecnica: è un cammino condiviso di cura e di rinascita».