Sabato 16 ottobre, Lisclea ha partecipato al 23⁰ Congresso Internazionale di Medicina Estetica – Agorà 2021 dedicato a medici ed esperti del settore, tenutosi a Milano il 14-16 ottobre 2021 presso il Centro Congressi MiCo.

16 ottobre – Panel 3: dolore e cicatrici del genitale femminile
Protocolli terapeutici a confronto su case stories
Presidente: Veronica Boero
Moderatori: Filippo Murina, Stefania De Fazio
Panelist: Filippo Murina, Veronica Boero, Massimiliano Brambilla, Riccardo Rossi, Marwan Nuwayhid

16 ottobre – Lecture 3: Lisclea e il lichen scleroso

16 ottobre – Panel 4: Lichen scleroso femminile
Protocolli terapeutici a confronto su case stories
Presidente: Massimiliano Brambilla

Moderatori: Riccardo Rossi, Veronica Boero, Massimiliano Brambilla, Filippo Murina, Simona Muratori

Sabato 16 ottobre, Lisclea ha partecipato al 23⁰ Congresso Internazionale di Medicina Estetica – Agorà 2021 dedicato a medici ed esperti del settore, tenutosi a Milano il 14-16 ottobre 2021 presso il Centro Congressi MiCo.

Diversi medici tra cui ginecologi, dermatologi e chirurgi plastici hanno messo a confronto protocolli terapeutici per il trattamento del dolore e cicatrici del genitale femminile, così come le principali terapie per il Lichen Sclerosus femminile. Lisclea è stata invitata come ospite a partecipare al congresso e qui riportiamo gli interventi di interesse per la nostra comunità.

Un panel è stato dedicato al Lichen Sclerosus vulvare (LS) coordinato dal Dott. Massimiliano Brambilla, chirurgo plastico esperto in LS. Altri specialisti tra cui la Dott.ssa Veronica Boero e Dott. Riccardo Rossi, ginecologi esperti in patologie vulvari e LS, hanno partecipato come moderatori. Loro ed altri specialisti del settore, tra cui la Dott.ssa dermatologa Muratori, hanno presentato alcuni casi clinici di donne affette da LS e trattate con vari approcci terapeutici. Ad oggi esistono diversi protocolli di cura che, seppur spesso contraddistinti da elementi e finalità comuni, possono variare a seconda della fase e gravità della malattia, dell’età delle pazienti e delle loro esigenze.

Terapie con farmaci corticosteroidei e terapie rigenerative (e.g., PRP e lipofilling)

Seppur molto dibattuto e nonostante siano noti gli effetti collaterali di atrofia o infezioni, l’utilizzo di corticosteroidi topici può risultare indispensabile nel trattamento del LS. La Dott.ssa Boero ha difatti sottolineato quanto sia fondamentale insegnare ai pazienti come spalmare i corticosteroidi, per quanto tempo, in che area, con che forza e quantità. Trattamenti di questo tipo servono principalmente ad evitare che l’infiammazione si ripresenti nel tempo più volte e che aumenti il rischio di andare incontro a lesioni preneoplastiche della vulva. Perciò quando vengono prescritti, esclusi casi di intolleranza al farmaco, è importante seguire le indicazioni mediche con precisione e costanza.

La Dott.ssa Boero ha altresì aggiunto che nonostante i cortisonici ad alta potenza possano far paura, essi rappresentano ad oggi la prima scelta di trattamento della fase acuta della malattia. Si mira così a spegnere l’infiammazione iniziale, i forti pruriti ed a ripristinare una situazione di benessere. Seguendo un buon metodo e le prescrizioni mediche, mediamente vengono ottenuti ottimi risultati. In seguito, per determinati casi di LS è possibile impostare una terapia di tipo rigenerativo come seconda fase, facendo leva anche su terapie ad estrogeni locali e creme emollienti per mantenimento. In questo contesto, secondo le evidenze più recenti della Dott.ssa Boero, il PRP sta dando ottimi risultati. Tuttavia, per pazienti con tessuti alla forchetta vulvare molto assottigliati e che si strappano facilmente, un trattamento di lipofilling risulta essere più di sostegno.

Approccio terapeutico con Plasma Ricco di Piastrine (PRP)

Il Dott. Rossi ha illustrato le evidenze a supporto del PRP come approccio valido ed alternativo alla terapia cortisonica quotidiana protratta a vita, la quale, sebbene abbia benefici e obiettivi terapeutici specifici, non risulta diminuire il rischio di passaggio da LS a cancro della vulva e può spesso provocare atrofia dei tessuti nel lungo termine. Applicando diverse sedute di PRP ad un gruppo di 55 donne affette da LS e già in trattamento quotidiano con emollienti e corticosteroidei, sono stati ottenuti risultati molto incoraggianti. Oltre al miglioramento estetico tracciato tramite foto scattate prima e dopo i trattamenti, il quadro istologico (monitorato tramite biopsia fatta prima e dopo le sedute di PRP) è cambiato notevolmente, dimostrando l’efficacia del trattamento. Lisclea ha altresì partecipato al panel tenuto dal Dott. Rossi presso la casa di cura privata IMT Group di Prato a settembre 2021, occasione in cui i benefici e limiti del PRP per trattare il LS sono stati spiegati più nel dettaglio. Per maggior informazioni visitare la pagina dedicata sul sito Lisclea.

Terapie rigenerative a confronto

Il Dott. Brambilla è in seguito intervenuto con un breve focus sulle terapie rigenerative. Trattamenti di PRP e l’utilizzo di estratti di tessuto adiposo (lipofilling) sono diversi tra loro per scopo e contenuto.

  • Con PRP si parla di fattori di crescita e non di cellularità vivente come nel caso di tecniche di lipofilling. I risultati ottenuti con PRP possono variare a seconda dei macchinari e strumenti utilizzati e di quanto siano attivanti i fattori di crescita estratti. Con LS che sono in fase “spenta”, il PRP ha mediamente un effetto meno incisivo perché esso ha prima di tutto un’azione notevolmente antinfiammatoria, motivo per cui risulta funzionare bene per LS che sono in fase attiva/acuta. Inoltre, l’azione terapeutica di un trattamento con PRP non ha sempre lo stesso valore nello stesso soggetto nel tempo, poiché i risultati possono cambiare a seconda dello stato di benessere dell’individuo. Per esempio, un paziente con un problema di autoimmunità ha mediamente dei fattori di crescita che sono inferiori a quelli di un paziente sano. Futuri studi potrebbero orientarsi ad usi di PRP su donazione e non solo autologici. Al vaglio ci sarebbe però la sicurezza di questo approccio, non ancora determinata ad oggi.
  • Il tessuto adiposo usato per lipofilling possiede anch’esso una capacità antinfiammatoria ma ci mette mediamente più tempo a fare effetto rispetto al PRP. Le tecniche di lipofilling si distinguono a seconda della dimensione degli aghi utilizzati e della natura delle cellule adipose infiltrate (fatgraft, microfatgraft e nanofatgraft). Anche considerando il lipofilling nanofatgraft, che è il più comparabile al PRP perché è iniettabile con lo stesso tipo di ago, esso risulta avere meno capacità antinfiammatoria del PRP. Il lipofilling è un trattamento molto efficace per la rigenerazione dei tessuti ma, a seconda della tipologia cellulare utilizzata e di come viene inserito il tessuto adiposo sottocute, può portare a risultati e benefici diversi.

La terapia rigenerativa ad oggi non è da considerarsi come unico step e approccio valido per tutte le pazienti e le fasi del LS indistintamente. Per esempio, anche l’uso mirato di clobetasolo può risultare fondamentale a seconda dell’evoluzione della malattia, che va costantemente seguita durante la vita dei pazienti.

Approccio chirurgico di correzione della stenosi vulvare, abbinato a terapie rigenerative

Per le pazienti per cui la severità del LS porta a stenosi vulvare e quindi a complicazioni anatomiche che rendono difficoltosi i rapporti sessuali o le più banali mosse di igiene intima, può essere adottato un approccio chirurgico. Il Dott. Brambilla ha illustrato alcuni dei casi clinici per cui il trattamento proposto ha previsto l’utilizzo di innesti di lembi tissutali abbinato alla terapia rigenerativa (lipofilling). Lembi di tessuto sano non colpito da LS possono essere prelevati dalle aree circostanti alla vulva o della vulva stessa e trasposti laddove il LS ha assottigliato irreversibilmente il tessuto vulvare, frequentemente in sede di commessura o forchetta posteriore. L’intento è quello di migliorare la stenosi con del tessuto sano su cui il LS non dovrebbe ripresentarsi. Durante questi interventi può essere eseguita anche una lisi percutanea delle cicatrici e l’utilizzo di lipofilling con azione rimpolpante e rigenerativa.  Risultati a distanza di uno o due anni mostrano stenosi notevolmente ridotte e tessuti molto più elasticizzati.

La Dott.ssa Boero ha inoltre spiegato come una preparazione della mucosa prima dell’intervento con estrogeni ed emollienti possa risultare utile. Infine, entrambi i medici sottolineano come l’uso di dilatatori e massaggi dopo l’operazione sia fondamentale per mantenere i tessuti elastici e ampliati. È importante considerare che questi interventi hanno un decorso post-operatorio importante e non banale, per cui un’attenta valutazione preliminare deve essere fatta da medico e paziente considerando età, esigenze e volontà della paziente stessa.

Altri approcci terapeutici

In aggiunta ai precedenti, altre terapie sono disponibili per il trattamento del LS, la cui prescrizione medica ed efficacia vanno valutate caso per caso.

L’uso di Connettivina crema per preparare la mucosa all’utilizzo di altre terapie topiche successive può rivelarsi utile a certe pazienti. Estremamente importante risulta anche una valutazione ed eventuale cura di sovra infezioni cutanee e/o vaginali. Una volta stabilizzato il quadro, terapie di rigenerazione con PRP o lipofilling producono ottimi risultati. La mucosa può risultare molto più rosea e meno infiammata, con aumentata sensazione di elasticità e trofismo. Mediamente l’utilizzo di cortisonici diminuisce, mentre l’uso di creme emollienti deve rimanere costante (tendenzialmente a base di vitamina E).

Una buona risposta all’uso di calcineurina è inoltre riscontrabile su pazienti con tessuti già atrofici. Questa sostanza, in casi di LS non troppo gravi, risulta essere una seconda scelta rispetto al clobetasolo però con un’efficacia quasi pari e senza l’effetto collaterale di provocare ulteriore atrofia. Un uso prolungato di questa sostanza tuttavia non sembra consigliato.

Altri approcci terapeutici possono prevedere l’uso di poliribonucleotidi, sia in crema che intramuscolo, sedute di radiofrequenza per migliorare il trofismo dei tessuti, nonché l’abbinamento di quest’ultima con terapie rigenerative. Retinoidi ad uso topico non sono inoltre frequentemente utilizzati, ma possono dare buoni risultati in certi casi di LS. Infine, la terapia fotodinamica da fare prima di un intervento chirurgico potrebbe essere un valido ausilio per certe pazienti poiché mira ad aumentare l’elasticità dei tessuti e migliorare la struttura del collagene. I benefici non sono tuttavia sempre riscontrabili.

LISCLEA

Durante il congresso, un intervento speciale è stato dedicato alla Presidente di Lisclea, Muriel Rouffaneau, che ha raccontato chi siamo, quali sono gli obiettivi di Lisclea, quali sono gli impatti che il LS ha sulla nostra quotidianità e messo luce al bisogno urgente di fare ricerca su questa patologia stabilizzandone i protocolli terapeutici. Citando la dottoressa Arrigoni, questa è stata difatti un’occasione utile per portare all’attenzione di molte persone una malattia ancora poco conosciuta, sperando di poter contribuire, anche se in minima parte, all’incremento di risorse disponibili.

Ai medici e ascoltatori presenti, la Presidente Lisclea ha raccontato come parlare di malattie rare non sia scontato, specialmente quando esse colpiscono i genitali. La sofferenza e il disagio fisico e psicologico che accompagnano un paziente di LS, donna, uomo o bambini che siano, sono particolarmente invalidanti e preponderanti nel quotidiano di pazienti e famigliari. Citando il dottor Lauretti, urologo esperto di LS, Muriel ha chiarito ai presenti che se pensate che si tratta semplicemente di una patologia con qualche fastidio e un po’ di prurito siete fuori strada.

Lisclea continuerà ad impegnarsi sul fronte della divulgazione capillare e affinché nuove ricerche mirate vengano fatte.