Proprio in questi giorni è stato pubblicato uno studio autorevole che mette a confronto il trattamento al progesterone con quello al cortisone. Si tratta di un trial randomizzato, a doppio braccio, condotto presso l’ospedale universitario di Berna

Articolo di Carola Pulvirenti*

Le persone affette da Lichen Sclerosus utilizzano diversi rimedi, ma pochi di essi garantiscono un sollievo duraturo ed esente da effetti collaterali. Fortunatamente gli scienziati continuano a studiare questa rara malattia della pelle, cercando nuove cure e valutando quelle in uso. Proprio in questi giorni è stato pubblicato uno studio autorevole  che mette a confronto il trattamento al progesterone con quello al cortisone. Si tratta di un trial randomizzato, a doppio braccio, condotto presso l’ospedale universitario di Berna, in Svizzera. Le partecipanti, 37 donne in premenopausa affette da Lichen Sclerosus, sono state suddivise in due gruppi: ad un gruppo è stato somministrato Clobetasolo propionato 0,05% a livello genitale, alle altre è stato somministrato progesterone all’8%. Dopo una cura di 12 settimane, la salute delle pazienti è stata valutata con un questionario di autovalutazione e attraverso un esame istologico.

Le terapie per il Lichen Sclerosus

L’attuale trattamento standard del Lichen Sclerosus è costituito da cortisonici ad uso topico, come il clobetasolo propionato 0,05%. Tuttavia, a lungo andare, l’uso di cortisone può provocare un’atrofia secondaria della pelle e delle dermatosi infettive causate da virus, batteri o funghi.  Altri trattamenti prevedono l’uso di inibitori della calcineurina, ma non si conoscono gli effetti sul rischio di tumore squamocellulare della vulva e neoplasia intraepiteliale. Negli anni ’70 è stata valutata per la prima volta l’efficacia della pomata al progesterone in un piccolo gruppo di pazienti e la terapia era risultata efficace e ben tollerata. Tuttavia in uno studio successivo Bracco e altri hanno rilevato che il clobetasolo propionato topico allo 0,05% garantiva risultati migliori rispetto al progesterone topico 2%, al testosterone 2% e al placebo.

La scarsa numerosità del campione

A tutt’oggi esistono poche certezze riguardo l’efficacia delle cure per il Lichen, per questo motivo gli scienziati proseguono gli studi sul tema. L’indagine di cui parliamo oggi era rivolta ad un gruppo di 105 pazienti, tuttavia solo 37 sono risultate arruolabili nel trial. La scarsa numerosità del campione è un problema tipico delle malattie rare, per questo risulta cruciale il ruolo delle associazioni pazienti, che possono veicolare le informazioni da e verso gli istituti di ricerca, promuovere la partecipazione a trial clinici e rappresentare i bisogni dei pazienti a livello istituzionale. Gli studi randomizzati come questo permettono di valutare l’efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione, difatti la randomizzazione, e la suddivisione in gruppi, aumentano l’affidabilità dei risultati. Per questo, nonostante il campione sia ridotto, i risultati vengono ritenuti affidabili.

I risultati promuovono il cortisone

In base allo studio dell’esame istologico, nelle pazienti sottoposte a progesterone la malattia è risultata in remissione completa nel 60% dei casi (sei pazienti su dieci). Nel gruppo sottoposto a clobetasolo propionato (cortisone) l’81,3 % delle donne ha manifestato una remissione (13 pazienti su 16). I dati relativi alla salute mentale non hanno mostrato alcuna differenza tra i due gruppi di trattamento. I risultati indicano quindi inequivocabilmente l’inferiorità dell’unguento sperimentale di progesterone rispetto al trattamento standard con clobetasolo topico. Tuttavia è bene considerare che si tratta di uno studio pilota, ovvero del primo studio randomizzato condotto con queste caratteristiche, e che il campione di persone coinvolte è basso, quindi poco rappresentativo. Auspichiamo che i ricercatori proseguano gli studi sulle opzioni di trattamento del Lichen, una malattia che incide fortemente sulla qualità di vita fino a diventare invalidante nei casi più gravi.

 

Articolo progetto Lisclea, con la dottoressa Pulvirenti, per una corretta divulgazione e comprensione di alcuni lavori e ricerche attorno al Lichen Sclerosus

* Carola Pulvirenti è Patient Advocate, Infermiera e Giornalista e fa parte del Comitato Scientifico della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmissibili- SIDEMAST.

http://www.carolapulvirenti.it