La terapia fotodinamica come alternativa terapeutica per il LSA: l’esperienza della Dermatologia dell’Istituto Spallanzani

Grazie ad una fattiva collaborazione tra associazioni di malati rari siamo entrati  in contatto con gli specialisti dell’ambulatorio di dermatologia presso lo Spallanzani di Roma, i quali ci hanno dato piena accoglienza ed opportunità per quanto riguarda le visite specialistiche per i pazienti affetti da lichen sclerosus, con lo staff della dottoressa Scarabello (team di Dermatologia INMI Responsabile Dott.ssa Alessandra Scarabello Dermatologa PhD dermatologia@inmi.it Tel 06 55 170 340), nonché la possibilità di terapie con  fotodinamica, impiegate sempre presso la sede dello spallanzani di Roma.

Lichen Sclero-atrofico.

Il lichen sclero-atrofico (LSA) rappresenta una delle maggiori sfide in dermatologia: poco sappiamo sulla sua eziologia e conseguentemente poche armi abbiamo non tanto per risolverlo, ma addirittura anche per gestirlo. La malattia ha un andamento cronico-recidivante legato anche allo stato emotivo e all’assetto immunologico del/della paziente; può presentare nel tempo il rischio di una trasformazione maligna.

Il quadro clinico si presenta nella donna con infiammazione e flogosi, prurito e bruciore, dispareunia, fastidiosa secchezza della mucosa vaginale; nell’uomo con chiazze bianco-brunastre lucide, escoriazioni, prurito, dolore penieno, uretrite, stenosi uretrale, fimosi.

Può essere considerato una situazione pre-cancerosa in quanto talvolta le lesioni possono degenerare con trasformazione maligna in un carcinoma squamoso, da superficiale a infiltrante. Spesso è associato a dislipidemie e diabete mellito.

Istologicamente si osserva nell’epidermide acantosi irregolare con ipercheratosi, nelle forme iniziali, successivamente atrofia di grado variabile, con assottigliamento dell’epidermide, scomparsa degli annessi e fibrosi del derma, con ialinizzazione a banda del tessuto connettivo sottoepidermico con capillari dilatati e infiltrato linfoistiocitario.

Le terapie classiche consistono in immunomodulanti topici (corticosteroidi e tacrolimus), idratanti ed emollienti ricchi in vitamina E. Nella nostra esperienza l’associazione della terapia topica tradizionale con la terapia fotodinamica (PDT) ha mostrato marcati miglioramenti sia nelle femmine che nei maschi.

La Terapia Fotodinamica in Dermatologia

La PDT si è inserita nel panorama terapeutico dermatologico con l’indicazione per lesioni proliferative superficiali, come cheratosi attiniche e basaliomi sottili, focalizzandosi quindi, come trattamento alternativo nel campo dermatologico oncologico.

Oggi si è estesa alle patologie della pelle infiammatorie con eventuale componente batterica associata, come ad esempio acne e ulcere.

E’ un metodo non invasivo che agisce attraverso due fattori: l’applicazione sulla cute di un gel fotosensibilizzante (5-ALA) e l’irraggiamento con luce rossa a 630 nanometri con apposita lampada.

Dati di letteratura indicano che il trattamento ALA-PDT sembra mostrare un’efficacia nell’eliminazione della barriera rappresentata dal biofilm. Inoltre è efficace nella stimolazione dei fibroblasti e conseguentemente nei processi riparativi coinvolti nella guarigione delle ferite.

Questa terapia ha riscosso molto interesse poiché permette una straordinaria specificità in quanto le sostanze fotosensibilizzanti si accumulano nei tessuti target non interessando i tessuti sani intorno, che vengono così risparmiati dalla morte cellulare, che coinvolgerà in maniera selettiva solo le cellule in rapida proliferazione (tessuti neoplastici, cellule infiammatorie, batteri, …).

 Procedura della PDT.

 Il gel 5-ALA viene applicato nella zona da trattare e tenuto in incubazione, protetto dalla luce, per circa 1 ora per permettere un corretto assorbimento del fotosensibilizzante.

Trascorso il tempo programmato, viene effettuato un controllo del reale assorbimento del 5-ALA mediante l’illuminazione con lampada a raggi ultravioletti (lampada di Wood) della zona da trattare, con i quali si osserva una fluorescenza rossa delle cellule che hanno assorbito il fotosensibilizzante. Successivamente la zona viene esposta alla luce rossa (lunghezza d’onda 630 nanometri) per un tempo di 10 minuti, eventualmente ripetibile a seconda delle condizioni.

E’ sicuramente una tecnica di trattamento semplice, ben tollerata, con costi contenuti e promettente.

Anche in letteratura si ritrovano segnalazioni di tale associazione: terapia topica con corticosteroidi e antiossidanti (vit E) e PDT, utilizzando come fotosensibilizzante il 5 ALA[1],[2],[3],[4]

 La terapia fotodinamica nel Lichen Sclero-atrofico

La formulazione da noi utilizzata come fotosensibilizzante è appositamente studiata per essere applicata in zone delicate e sensibili come i genitali e la cute lesa, zone spesso coinvolte nelle persone con LSA con lesioni da grattamento. La PDT con 5-ALA è stata utilizzata con successo nelle connettivopatie[5] per la condizione infiammatoria cronica della pelle accompagnata da sclerosi cutanea. Il meccanismo di azione ipotizzato coinvolgerebbe le metalloproteinasi della matrice, che risultano aumentate in corso di PDT e sono capaci di degradare le fibre collagene ispessite.[6] Inoltre, analogamente ai cheloidi, i fibroblasti ipertrofici potrebbero incamerare più 5-ALA rispetto ai fibroblasti normali, trovandosi una maggiore concentrazione intracellulare di  PpIX, che li renderebbe più sensibili al trattamento.[7],[8]

L’obiettivo di tale trattamento è ridurre la fibrosi dermica migliorando l’elasticità cutanea agendo sui fibroblasti e sulle metallo-proteinasi della matrice extracellulare, così come correggere eventuali alterazioni precancerose in fieri a livello dei cheratinociti della cute e mucosa, riducendo se non addirittura azzerando il rischio di evoluzione neoplastica delle lesioni meno recenti.

Nella nostra esperienza abbiamo riscontrato non solo la riduzione dell’infiammazione, ma anche una diminuzione della fibrosi e un recupero dell’elasticità mucosa.

Testo a cura del team di Dermatologia INMI
Responsabile Dott.ssa Alessandra Scarabello Dermatologa PhD

inmi

https://www.inmi.it/servizio-teledermatologia

[1] Li Z, Wang Y, Wang J, Li S, Xiao Z, Feng Y, Gu J, Li J, Peng X, Li C, Zeng K. Evaluation of the efficacy of 5-aminolevulinic acid photodynamic therapy for the treatment of vulvar lichen sclerosus.Photodiagnosis Photodyn Ther. 2020 Mar;29:101596

[2] Belotto RA, Chavantes MC, Tardivo JP, Euzébio Dos Santos R, Fernandes RCM, Horliana ACRT, Pavani C, Teixeira da Silva DF Therapeutic comparison between treatments for Vulvar Lichen Sclerosus: study protocol of a randomized prospective and controlled trial. BMC Womens Health. 2017 Aug 10;17(1):61

[3] Prodromidou A, Chatziioannou E, Daskalakis G, Stergios K, Pergialiotis V Photodynamic Therapy for Vulvar Lichen Sclerosus-A Systematic Review.J Low Genit Tract Dis. 2018 Jan;22(1):58-65

[4] Mercuri SR, Brianti P, Foti A, Bartolucci M, Dattola A, Nisticò SP Penile Lichen Sclerosus Treated with 1927 nm Thulium Fiber Laser and Photodynamic Therapy: A New Possible Therapeutic Approach. Photomed Laser Surg. 2018 Jun;36(6):333-336.

[5] Gordon Spratt EA, Gorcey LV, Soter NA, Brauer JA. Phototherapy, photodynamic therapy and photophoresis in the treatment of connective-tissue diseases: a review. Br J Dermatol. 2015 Jul;173(1):19-30

[6] Karrer S, Abels C, Landthaler M, Szeimies RM. Topical photodynamic therapy for localized scleroderma. Acta Derm Venereol. 2000; 80:26–27.

[7] Karrer S, Bosserhoff AK, Weiderer P, Landthaler M, Szeimies RM. Keratinocyte-derived cytokines after photodynamic therapy and their paracrine induction of matrix metalloproteinases in fibroblasts. Br J Dermatol. 2004; 151:776–783.

[8] Li X, Zhou ZP, Hu L, Zhang WJ, Li W. Apoptotic cell death induced by 5-aminolaevulinic acidmediated photodynamic therapy of hypertrophic scar-derived fibroblasts. J Dermatolog Treat. 2014; 25:428–433.