“Conoscere la propria vulva è prevenzione”: intervista al Prof. Mario Preti
A cura di Anita Fiaschetti
In un’epoca in cui si parla tanto di prevenzione, si sottovaluta spesso l’importanza di un gesto semplice e discreto: l’autoesame vulvare. Ne parliamo con il Prof. Mario Preti, specialista in ginecologia e oncologia medica, docente universitario a Torino, la Dott.ssa Federica Bevilacqua e il Dott. Niccolò Gallio, specialisti in Ginecologia.
Professor Preti, Dr.ssa Bevilacqua e Dr. Gallio, perché oggi si insiste tanto sull’importanza dell’autoesame vulvare?
L’autoesame vulvare è uno strumento di prevenzione tanto semplice quanto efficace. Insegna alle donne a familiarizzare con il proprio corpo e a riconoscere eventuali cambiamenti, che in alcuni casi possono rappresentare segnali precoci di condizioni cliniche rilevanti. L’autoesame non può e non deve sostituire la visita ginecologica, ma può affiancarla grazie a una maggiore consapevolezza individuale.
Con quali obiettivi nasce il documento pubblicato con quattro società scientifiche internazionali?
L’articolo al quale si riferisce:
“Vulvar inspection at the time of cervical cancer screening: European Society of Gynaecological Oncology (ESGO), International Society for the Study of Vulvovaginal Disease (ISSVD), European College for the Study of Vulval Disease (ECSVD), and European Federation for Colposcopy (EFC) consensus statements. Int J Gynecol Cancer. 2025 Jan;35(1)”
è stato scritto con l’obiettivo di sensibilizzare pazienti e professionisti sanitari riguardo l’importanza dell’esame dei genitali esterni sia in occasione di visite ginecologiche, sia al momento del prelievo per Pap test o HPV test. Inoltre, viene illustrata la tecnica dell’autoispezione vulvare, una tecnica molto semplice che può ridurre il ritardo diagnostico di alcune patologie potenzialmente gravi della vulva.
👉 QUI IL DOCUMENTO “AUTOESAME DELLA VULVA”
Quali sono le ragioni per aumentare questa consapevolezza nelle donne?
Le lesioni pretumorali e tumorali della regione vulvare sono rare e per questo non esiste uno screening organizzatocome per i tumori alla mammella e al collo dell’utero. Proprio per questo è importante sensibilizzare le donne a prendersi cura della propria regione genitale, a familiarizzare con la normalità dell’anatomia e a percepire le variazioni in modo da capire quando è necessario rivolgersi al proprio ginecologo/a.
Secondo la vostra esperienza, quanto le donne conoscono il loro corpo, in particolar modo la regione genitale?
Purtroppo molto poco. Qualche anno fa abbiamo svolto una ricerca a tal proposito evidenziando delle lacune allarmantiriguardo la conoscenza del proprio corpo.
Un dato evidenziato dal nostro lavoro, e secondo noi fondamentale, è però la forte volontà delle pazienti di imparare a conoscersi: più del 70% del nostro campione avrebbe voluto avere più informazioni riguardo l’autoesame vulvare.
Chi dovrebbe eseguire questo autoesame e con quale frequenza?
Tutte le donne dovrebbero eseguirlo, indipendentemente dall’età o dalla presenza di sintomi.
Idealmente ogni tre mesi, oppure ogni volta che si percepiscono disturbi come prurito, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali o cambiamenti della cute e della mucosa vulvare.
L’autoesame è utile anche in assenza di sintomi, perché abitua le pazienti a conoscere ciò che per loro è “normale”.
Ci sono gruppi di donne a cui l’autoesame è ancora più consigliabile?
Sì. I fattori di rischio maggiori per le lesioni vulvari sono:
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infezione da HPV (Papillomavirus umano)
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malattie cutanee croniche infiammatorie come Lichen Sclerosus o Lichen Planus
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fumo
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immunodepressione, ad esempio in pazienti che assumono farmaci immunosoppressivi per problemi reumatologici, neurologici o dermatologici
Come si esegue, in termini pratici, l’autoesame vulvare?
Serve poco: uno specchio, mani pulite, buona illuminazione e un luogo tranquillo.
L’esame si articola in quattro passaggi:
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Esaminare visivamente la vulva, separando delicatamente le grandi e piccole labbra
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Palpare con le dita per individuare eventuali noduli o ispessimenti
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Annotare le osservazioni, anche con foto private se necessario
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Segnalare eventuali anomalie al proprio medico
Questa sequenza è nota con l’acronimo E.P.A.S.:
Esamina, Palpa, Annota, Segnala
Quali sono i segnali da non sottovalutare?
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Noduli, ulcere, arrossamenti persistenti
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ispessimenti, indurimenti cutanei
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sanguinamenti, variazioni del colore della pelle
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dolore, bruciore o fastidio durante i rapporti
Non vuol dire che ci sia necessariamente una patologia, ma ignorare questi segnali può ritardare diagnosi importanti.
Inoltre, prendersi cura della salute dei propri genitali può migliorare significativamente la qualità di vita di una donna.
Alcune donne provano imbarazzo o insicurezza: cosa direbbe loro?
Comprendiamo perfettamente. Tuttavia, conoscere e osservare il proprio corpo è un gesto di autonomia e cura.
La vulva è una parte del corpo come le altre, e non dovrebbe essere circondata da tabù.
L’autoesame è un’azione di prevenzione, ma anche di rispetto verso sé stesse.
Che cosa succede se si nota qualcosa di anomalo?
La prima cosa è non allarmarsi, ma parlarne con il proprio ginecologo.
Una valutazione specialistica chiarirà se si tratta di una variazione fisiologica o se è necessario approfondire.
La diagnosi precoce resta l’arma più efficace per garantire salute e tranquillità.
Quanto lavoro di sensibilizzazione c’è ancora da fare?
Moltissimo, sia con le pazienti che con i professionisti sanitari.
Noi dobbiamo imparare a insegnarlo e le pazienti devono sapere che esiste l’autoispezione e come farla.
Per questo abbiamo lavorato all’elaborazione di questi opuscoli informativi, pensiamo che possa essere un importante primo passo.
In conclusione, un messaggio alle nostre lettrici?
Invitiamo ogni donna a prendersi cura della propria salute intima con la stessa naturalezza con cui ci si prende cura del resto del corpo.
L’autoesame vulvare è un piccolo gesto che può fare una grande differenza.
BIOGRAFIE
FEDERICA BEVILACQUA – Specialista in Ginecologia e Ostetricia
ATTIVITÀ CLINICA
Laureata in Medicina nel 2017, ha svolto la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, dove attualmente lavora.
Tutorata dal Prof. Mario Preti presso l’ambulatorio di Patologia del Basso Tratto Genitale.
Sta ultimando il Master di II livello in Gestione clinica della patologia cervico-vaginale e vulvare.
SOCIETÀ SCIENTIFICHE
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Membro ISSVD
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Co-chair Vulvar Awareness Day Committee ISSVD 2022–2023
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Membro GISCi
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Fellow ESGO Prevention Committee
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Membro ESGO
NICCOLÒ GALLIO – Specialista in Ginecologia e Ostetricia
ATTIVITÀ CLINICA
Laureato in Medicina nel 2017 all’Università di Torino, ha concluso la specializzazione nel 2023 sotto la guida del Prof. Preti.
Attualmente lavora presso la SCDU 2 del Presidio Ospedale Sant’Anna.
SOCIETÀ SCIENTIFICHE
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Fellow ISSVD
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Fellow ESGO Prevention Committee
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Co-chair Residents and Students Committee ISSVD
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Membro ESGO
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Membro GISCi
MARIO PRETI – Specialista in Ginecologia e Ostetricia e in Oncologia Medica
ATTIVITÀ CLINICA
Professore Associato presso l’Università degli Studi di Torino – Dip. di Scienze Chirurgiche
Presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino
Coordinatore screening cervico-carcinoma ASL Torino
CARICHE ISTITUZIONALI
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Past President ISSVD
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Direttivo GISCi II livello
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Comitato Scientifico Fondazione Umberto Veronesi
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Past President Società Italiana Interdisciplinare di Vulvologia
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Chair Terminology Committee ISSVD
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Project Leader Prevention Committee ESGO
ATTIVITÀ DI DOCENZA
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Docente presso i Corsi di Laurea in Ostetricia, Medicina e Chirurgia, e Specializzazione in Ginecologia
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Direttore del Master II livello “Patologia del Basso Tratto Genitale e Patologia Vulvare”, Università di Torino